Nessuna nuova offerta, salta l’asta: Prati di Tivo e Pratoselva aggiudicate a Finori

Si chiude la ‘telenovela’ per l’acquisto delle proprietà della Gran Sasso Teramano: dal rischio di fallimento al guadagno

TERAMO – L’assemblea della Gran Sasso Teramano potrebbe aver scritto l’ultima parola (stavolta davvero) sulla telenovela della vendita degli impianti di Prati di Tito e di Pratoselva, approvando l’aggiudicazione definitiva alla ditta Marco Finori.

Oggi doveva essere il giorno dell’eventuale asta se l’impresa dei Fratelli Persia di Crognaleto avesse manifestato (entro ieri alle 13) l’interesse a pareggiare l’ultima offerta in ordine di tempo di Finori: 1,650 milioni di euro oltre a investimenti per 500mila nell’area dell’intervento e personale tecnico qualificato per la gestione. In quel caso, oggi, si sarebbe proceduto all’asta con rialzi minimi idi 130mila euro, fino alla maggiore offerta.

Invece nessuna offerta è arrivata sul tavolo del commissario liquidatore Gabriele Di Natale, per cui oggi l’assemblea convocata la settimana scorsa ha proceduto ad accettare l’offerta di Finori.

In assemblea erano presenti i soci di maggioranza, la Provincia (anche se il grande assente è stato il presidente Di Bonaventura, che si è visto solo un attimo per poi essere sostituito dal suo vice, Alessandro Recchiuti) e la Camera di commercio, assieme ai rappresentanti delle Asbuc di Intermesoli e di Pietracamela, assente il sindaco di ques’ultimo comune, Michele Peraccia.

Dunque la Gran Sasso Teramano ha venduto e lo ha fatto passando dal rischio della liquidazione addirittura a guadagnarci: dalla vendita, infatti, i creditori (tra cui alcuni soci) verranno indennizzati e i soci recupereranno il capitale sociale versato, quelli di maggioranza dividendosi anche una piccola somma in più.